Il "porcellum" colpisce ancora.
Per una errata applicazione della legge elettorale, ci sono 16 neo-senatori e 5 neo-deputati "abusivi" e, di contro, 21 candidati che restano a casa nonostante abbiano diritto ad un seggio.
Era già accaduto nel 2006 quando furono eletti 8 senatori che non ne avevano diritto. Da allora non si è mai voluto correre ai ripari e disporre in maniera chiara e inequivoca come debba avvenire il riparto dei seggi tra le varie liste.
La questione come si può ben capire è di fondamentale importanza. Basti anche solo pensare al fatto che nel 2008 fu decisivo per la caduta del governo Prodi il voto contrario del senatore Turigliatto di Rifondazione Comunista che non avrebbe avuto diritto a stare in Senato qualora la legge fosse stata applicata correttamente.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa è successo facendo però una premessa d'obbligo.
L'errata applicazione del riparto dei seggi non ha influenzato i rapporti di forza tra le varie coalizioni in gioco ma solamente la distribuzione dei seggi tra le liste di una coalizione nel caso del Senato e la distribuzione dei seggi di una lista tra le varie circoscrizioni nel caso della Camera.
SENATO
Cosa dice la legge? (vengono omesse per fluidità di lettura le parti che non impattano sull'argomento in discussione) - art. 16 e 17 D.Lgs. 533/93 come modificato dall'art. 4 L. 270/05
Ricordiamo che al Senato la legge dispone il riparto di seggi regione per regione.
Innanzitutto possono partecipare al riparto dei seggi solo le coalizioni che ottengono almeno il 20% (e al cui interno ci sia almeno una lista che ottenga il 3%) e le liste non coalizzate che ottengono almeno l'8%
art. 16 - L'Ufficio elettorale regionale [...]
b) individua quindi:
1) le coalizioni di liste che abbiano conseguito sul piano regionale almeno il 20 per cento dei voti validi espressi e che contengano almeno una lista collegata che abbia conseguito sul piano regionale almeno il 3 per cento dei voti validi espressi;
2) le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano regionale almeno l'8 per cento dei voti validi espressi nonche' le liste che, pur appartenendo a coalizioni che non hanno superato la percentuale di cui al numero 1), abbiano conseguito sul piano regionale almeno l'8 per cento dei voti validi espressi".
Per ciascuna regione viene quindi prima fatto un riparto provvisorio dei seggi
art. 17 c. 1 - L'ufficio elettorale regionale procede ad una prima attribuzione provvisoria dei seggi tra le coalizioni di liste e le liste di cui all'articolo 16, comma 1, lettera b), in base alla cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna di esse. A tale fine divide... [...]
e si verifica se la coalizione o lista vincitrice riesce ad ottenere il 55% dei seggi spettanti a quella regione
Se questo accade provvede a ripartire i seggi tra le liste che compongono le varie coalizioni prendendo in considerazione solo quelle che hanno almeno il 3% dei voti in quella regioneart. 17 c. 2 - L'ufficio elettorale regionale verifica quindi se la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi espressi nell'ambito della circoscrizione abbia conseguito almeno il 55 per cento dei seggi assegnati alla regione, con arrotondamento all'unita' superiore.
Se invece la coalizione o lista vincitrice NON ottiene il 55% dei seggi, gli vengono allora attribuiti d'ufficio, ripartendo il rimanente 45% tra le altre liste e coalizioniart. 17 c.3 - Nel caso in cui la verifica di cui al comma 2 abbia dato esito positivo, l'ufficio elettorale regionale individua, nell'ambito di ciascuna coalizione di liste collegate di cui all'articolo 16, comma 1, lettera b), numero 1) (la parte sopra in blu, ndr), le liste che abbiano conseguito sul piano circoscrizionale almeno il 3 per cento dei voti validi espressi. Procede quindi, per ciascuna coalizione di liste, al riparto, tra le liste ammesse, dei seggi determinati ai sensi del comma 1. A tale fine, per ciascuna coalizione di liste, divide la somma delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste ammesse... [...]
Ed ora veniamo al punto dolente. A questo punto il Ministero dell'Interno prima e l'Ufficio elettorale regionale commette l'errore perché in questa seconda ipotesi (con assegnazione d'ufficio del premio di maggioranza) procede al riparto dei seggi tra le singole liste che abbiano conseguito almeno il 3% ma la legge, in questo caso, non fa alcuna menzione di questo 3%, come invece fa espressamente nella prima ipotesi (parte in rosso sopra).art. 17 c.4 - Nel caso in cui la verifica di cui al comma 2 abbia dato esito negativo, l'ufficio elettorale regionale assegna alla coalizione di liste o alla singola lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti un numero di seggi ulteriore necessario per raggiungere il 55 per cento dei seggi assegnati alla regione, con arrotondamento all'unita' superioreart. 17 c.5 - I restanti seggi sono ripartiti tra le altre coalizioni di liste o singole liste. A tale fine, l'ufficio elettorale regionale divide il totale delle cifre elettorali... [...]
Vi è quindi, come si può ben vedere, un richiamo al solo art. 16 c.1 lett. b) n. 1) senza il minimo cenno al fatto che una lista, per concorrere al riparto, debba aver conseguito il 3%. Se il legislatore voleva questo lo avrebbe chiaramente espresso come ha fatto per la prima ipotesi al c. 3 e l'articolo sarebbe stato scritto cosìart. 17 c. 6 - Per ciascuna coalizione l'ufficio procede al riparto dei seggi ad essa spettanti ai sensi dei commi 4 e 5. A tale fine, per ciascuna coalizione di liste, divide il totale delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste ammesse al riparto ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera b), numero 1) (la parte sopra in blu, ndr), per il numero dei seggi ad essa spettanti. [...]
Per ciascuna coalizione l'ufficio procede al riparto dei seggi ad essa spettanti ai sensi dei commi 4 e 5. A tale fine, per ciascuna coalizione di liste, divide il totale delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste che abbiano conseguito sul piano circoscrizionale almeno il 3 per cento dei voti validi espressi, per il numero dei seggi ad essa spettanti. [...]Accade quindi che la soglia di sbarramento del 3% per le singole liste all'interno delle coalizioni viene SEMPRE applicata, mentre per la lettera della legge andrebbe applicata solamente nel caso in cui la coalizione vincente ottenga autonomamente almeno il 55% dei seggi.
E la legge ha pure una sua logica! Perché è come se volesse dire:
"se tu sei così forte da ottenere da solo almeno il 55% dei seggi (con un vantaggio quindi sul secondo di almeno 10 punti, ma anche di più se la tua percentuale di voti è ancora più alta o se le forze in campo sono più di 2), allora è ragionevole ipotizzare che le liste più piccole siano ininfluenti per la vittoria, quindi premio solo quelle che hanno almeno il 3%.
Se invece non raggiungi da solo il 55% dei seggi, allora te li assegno d'ufficio ma in questo caso è possibile (se non probabile) che anche le piccole liste siano state determinanti per farti ottenere la vittoria. Non solo, se ipotizziamo una coalizione vincente con il 30%, alla quale vengono quindi assegnati il 55% dei seggi, la lista al suo interno che ha ottenuto un 2,5% è come se in realtà, in proporzione alla sua coalizione che ha beneficiato del premio di maggioranza, avesse preso quasi il 5%... e quindi meritevole di partecipare al riparto dei seggi.
Ma vediamo un esempio concreto, quello della Sicilia. In quella regione questi sono stati i risultati del Senato:
- coalizione centrodx 33,35%
- movimento 5 stelle 29,5%
- coalizione centrosx 27,3%
- Scelta Civica Monti 5,88%
- Rivoluzione Civile 2,49%
- Altri 1,48%
Per l'art. 16 c.1 hanno partecipato al riparto dei seggi solamente le coalizioni di centrodx e centro sx e il Movimento 5 stelle. Le altre liste, avendo preso meno dell'8%, sono fuori.
Per l'art. 17 c.1 si procede ad un primo riparto provvisorio dei seggi e viene fuori che dei 25 seggi totali, 9 spetterebbero alla coalizione di centrodx e 8 ciascuno a Movimento 5 stelle e coalizione di centrosx.
La verifica di cui all'art. 17 c. 2 dà come evidente esito negativo (il 55% dei seggi è 14 e nessuno li ha ottenuti). A questo punto interviene il correttivo di cui all'art. 17 c. 4 e c. 5 per cui vengono assegnati i 14 seggi del premio di maggioranza alla coalizione di centrodx e i restanti 11 sono suddivisi 6 al movimento 5 stelle e 5 alla coalizione di centrosx.
Ora, mentre per il Movimento 5 stelle, essendo lista unica, non bisogna procedere ad ulteriori calcoli, vanno ripartiti i 14 seggi tra le liste che compongono il centrodx e i 5 seggi tra le liste che compongono il centrosx. Mentre per la coalizione di centrosx il riparto dei seggi dà lo stesso risultato sia per come recita la legge sia per come è stata applicata (4 seggi al PD e 1 alla lista Megafono-Crocetta), vediamo cosa accade nel centrodx.
Queste le percentuali ottenute dalle liste della coalizione di centrodx:
- PDL 26,38%
- MPA 2,16%
- FDI 1,45%
- Grande Sud 1,07%
- Cantiere Popolare 0,96%
- La Destra 0,74%
- MIR 0,45%
- Lega 0,14%
In questo caso, sono state escluse erroneamente tutte le liste che non hanno conseguito il 3%, pertanto tutti i 14 seggi sono andati al PDL (da notare che il PDL da solo con il suo 26,38% non avrebbe vinto il premio di maggioranza, pertanto si può affermare che le altre piccole liste della coalizioni sono state determinanti).
Se fosse stata applicata invece la legge alla lettera avremmo avuto 11 seggi al PDL e 1 ciascuno a FDI, MPA e Grande Sud.
Lo stesso tipo di problema si è avuto in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Campania ed ha coinvolto ben 16 senatori. In totale questi sono gli scostamenti che si sono verificati:
- il PDL ha avuto 12 seggi in più (3 in Campania e Sicilia e 1 ciascuno in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Puglia) a scapito di FDI (7 senatori), Grande Sud (2), Lega (1), Pensionati (1), MPA (1);
- il PD 3 seggi in più (in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna) a scapito di SEL;
- la Lega ha avuto un seggio in più in Lombardia a scapito dei Pensionati.
CAMERA
La legge, dopo aver provveduto ad assegnare i seggi totali spettanti a ciascuna coalizione o lista singola a livello nazionale, stabilisce i criteri per ripartirli tra le 26 circoscrizioni della camera.
In ciascuna circoscrizione si fa prima il riparto tra le coalizioni o singole liste ammesse, successivamente si fa il riparto tra le singole liste all'interno di ciascuna coalizione.
Per ognuna di queste due fasi può verificarsi che, dopo aver fatto tutti i complessi calcoli, il totale dei seggi di una lista o di una coalizione nelle 26 circoscrizioni non coincida con il totale nazionale dei seggi ad essa spettanti, per cui vanno fatti gli opportuni aggiustamenti.
Riporto ora il testo letterale delle legge (mi limito a riportare la parte relativa al primo dei due aggiustamenti, quello tra coalizioni, perché il meccanismo è identico anche nel secondo aggiustamento, quello tra liste di una coalizione - art. 83 D.P.R. 361/57 così modificato dall'art. 1 L. 270/05
l'Ufficio accerta se il numero dei seggi assegnati in tutte le circoscrizioni a ciascuna coalizione di liste o singola lista corrisponda al numero dei seggi determinato ai sensi del numero 4) (totale seggi nazionali, ndr).In caso negativo, procede alle seguenti operazioni, iniziando dalla coalizione di liste o singola lista che abbia il maggior numero di seggi eccedenti, e in caso di parità di seggi eccedenti da parte di più coalizioni o singole liste, da quella che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale, proseguendo poi con le altre coalizioni di liste o liste singole, in ordine decrescente di seggi eccedenti: sottrae i seggi eccedenti alla coalizione di liste o singola lista in quelle circoscrizioni nelle quali essa li ha ottenuti con le parti decimali dei quozienti di attribuzione, secondo il loro ordine crescente e nelle quali inoltre le coalizioni di liste o singole liste, che non abbiano ottenuto il numero di seggi spettanti, abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate. Conseguentemente, assegna i seggi a tali coalizioni di liste o singole liste. Qualora nella medesima circoscrizione due o piu' coalizioni di liste o singole liste abbiano le parti decimali dei quozienti non utilizzate, il seggio e' attribuito alla coalizionedi liste o alla singola lista con la piu' alta parte decimale del quoziente non utilizzata. Nel caso in cui non sia possibile fare riferimento alla medesima circoscrizione ai fini del completamento delle operazioni precedenti, fino a concorrenza dei seggi ancora da cedere, alla coalizione di liste o lista singola eccedentaria vengono sottratti i seggi in quelle circoscrizioni nelle quali li ha ottenuti con le minori parti decimali del quoziente di attribuzione e alla coalizione di liste o lista singola deficitaria sono conseguentemente attribuiti seggi in quelle altre circoscrizioni nelle quali abbiano le maggiori parti decimali del quoziente di attribuzione non utilizzate.La parte evidenziata in rosso è quella che non è stata presa in considerazione in sede di riparto dei seggi.
Veniamo all'esempio pratico. In sede di riparto nazionale dei seggi (con esclusione di Val d'Aosta e estero) questa era la situazione:
- coalizione centrosx 340 seggi
- coalizione centrodx 124 seggi
- movimento 5 stelle 108 seggi
- coalizione Monti 45 seggi
Dopo aver effettuato il primo riparto tra le 26 circoscrizioni e tra le 4 forze in campo si è andato a vedere se la somma dei seggi di ciascuna lista o coalizione riportate nelle varie circoscrizioni corrispondesse al numero di seggi effettivamente spettanti. E la situazione era questa:
- La coalizione di centrosx, che deve avere 340 seggi, ne aveva 335;
- La coalizione di centrodx, che deve avere 124 seggi, ne aveva 127;
- Il Movimento 5 stelle, che deve avere 108 seggi, ne aveva 110;
- La coalizione di Monti, che deve avere 45 seggi, ne aveva 45.
Quindi bisognava “spostare” 3 seggi dalla coalizione di centrodx e 2 dal Movimento 5 stelle a favore della coalizione di centrosx per riequilibrare il tutto. E qui entrano in gioco i "resti".
La legge dice che a partire da chi ha più seggi in eccesso (centrodx con 3 seggi eccedenti) e proseguendo con gli altri in ordine decrescente (quindi il 5 stelle con 2 seggi eccedenti), bisogna togliere loro i seggi nelle circoscrizioni dove li hanno ottenuti con resti, a partire da quelle dove li hanno avuti con i resti più bassi e dove la coalizione deficitaria (quella di centrosx) ha dei resti non utilizzati.
In sostanza bisognava prendere le 3 circoscrizioni dove il centrodx aveva avuto seggi con i resti più bassi e dove nel contempo il centrosx aveva resti non utilizzati. Queste erano Liguria, Puglia e Sardegna.
Stessa cosa andava poi fatta per il Movimento 5 Stelle, sottraendogli seggi nelle 2 circoscrizioni dove li aveva avuti con i resti più bassi e dove al contempo il centrosx aveva resti inutilizzati. Queste erano Marche e Campania1.
Per il Movimento 5 Stelle non ci sono stati problemi perché effettivamente nella Marche e in Campania1 il centrosx aveva resti inutilizzati per cui i seggi sono stati spostati senza problemi.
Per il centrodx invece il ministero ha tolto i seggi nelle 3 circoscrizioni dove li aveva presi con i resti più bassi e cioè Liguria, Friuli e Molise, senza andare a vedere se in quelle circoscrizioni il centrosx avesse resti inutilizzati.
Ed è accaduto che, mentre in Liguria il centrosx aveva resti inutilizzati e quindi gli è stato dato lì un seggio in più, in Molise e Friuli il centrosx aveva già utilizzato i suoi resti per cui in quelle circoscrizioni sono solo stati tolti i seggi al centrodx senza poterli assegnare al centrosx.
A questo punto al centrosx andavano comunque dati altri 2 seggi in più e questo è stato fatto nelle circoscrizioni dove aveva i maggiori resti non utilizzati, cioè Sardegna e Umbria.
Fattispecie questa sì prevista dalla legge, ma solo come estrema ratio, dopo che non sia possibile riassegnare i seggi per il meccanismo precedente.
Ci troviamo quindi con Sardegna e Umbria che hanno un seggio in più del previsto e Friuli e Molise che ne hanno un meno. Ma questo risultato è anche contrario al dettato costituzionale (ma lo vediamo più avanti).
Ora bisogna ripartire i seggi tra le liste all’interno delle coalizioni. Mentre all'interno della coalizione di centrodx l'errata applicazione della legge non ha portato ad alcuna distorsione nei risultati, altrettanto non si può dire per la coalizione di centrosx.
Al termine dei calcoli veniva fuori questa situazione:
- Il PD, che deve avere 292 seggi, ne aveva 294;
- SEL, che deve avere 37 seggi, ne aveva 38;
- Il CD, che deve avere 6 seggi, ne aveva 4;
- L’SVP, che deve avere 5 seggi, ne aveva 4.
E il meccanismo è lo stesso di cui sopra: a partire da quella che ha più seggi in eccesso (PD) e proseguendo con le altre in ordine decrescente (SEL) bisogna togliere loro i seggi nelle circoscrizioni dove li hanno ottenuti con resti, a partire da quelle dove li hanno avuti con i resti più bassi e dove la lista deficitaria ha dei resti non utilizzati.
Per il PD non c'è stato nessun problema perché nelle 2 circoscrizioni dove aveva avuto seggi con i resti più bassi (Toscana e Sardegna), il CD aveva resti inutilizzati e gli è stato dato quindi il seggio in quelle regioni.
va però notato che se la legge fosse stata applicata correttamente sin dal primo tipo di riparto, la coalizione di centrosx avrebbe avuto un seggio in meno in Umbria e uno in più in Puglia, pertanto per effetto dei successivi calcoli, le 2 circoscrizioni dove avrebbe dovuto cedere i seggi al CD sarebbero state Toscana e Umbria.
Ma veniamo a SEL: per la legge bisogna togliergli il seggio dove lo ha avuto con il resto più basso e dove l’SVP ha resti inutilizzati. E questo può avvenire solo in Trentino (unica regione SVP) dove in effetti SEL ha preso un seggio grazie a un resto.
Però il ministero, sbagliando, ha tolto a SEL il seggio nella circoscrizione dove aveva il minor resto (incurandosi dell’SVP) che è l’Umbria e lo ha assegnato quindi all’SVP in Trentino.
Si noti infine che, se in Trentino, SEL non avesse avuto il seggio con i resti, allora sarebbe stato sì corretto toglierglielo in altra circoscrizione dove aveva il resto più piccolo.
Alla fine dei giochi, l'applicazione non corretta della legge elettorale, ha portato ad una alterazione del risultato che ha coinvolto 5 deputati:
- SEL doveva avere un seggio in più in Puglia e uno in meno in Trentino;
- il PD doveva avere un seggio in più in Sardegna e uno in meno in Umbria;
- il CD doveva avere un seggio in più in Umbria e uno in meno in Sardegna;
- il PDL doveva avere un seggio in più in Friuli e Molise e uno in meno in Puglia e Sardegna.
Come per il Senato, anche qui la legge ha una sua logica, perché dicevamo che l'erronea attribuzione dei seggi ha portato anche a un risultato complessivo contrario al dettato costituzionale.
L'art. 56 c. 4 della Costituzione, infatti, recita:
La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.Secondo questo tipo di calcolo il Trentino avrebbe dovuto avere 11 seggi mentre in realtà ne ha avuti 12, il Molise avrebbe dovuto avere 3 seggi mentre in realtà ne ha avuti 2, il Friuli avrebbe dovuto avere 13 seggi mentre in realtà ne ha avuti 12 e la Sardegna dovrebbe avere 17 seggi mentre in realtà ne ha avuti 18.
Ultima considerazione: sia nel 2006 che nel 2008, applicando la legge correttamente o come è stata interpretata dal Ministero, avremmo ottenuto lo stesso risultato. Ma il problema del vulnus costituzionale resta irrisolto per effetto dell'estrema ratio prevista dalla legge allor quando dispone che qualora non sia possibile fare i vari aggiustamenti tra seggi all'interno della stessa circoscrizione, vanno fatti sottraendo seggi in talune circoscrizioni e aggiungendoli in altre. E questo si è verificato sia nel 2006 (con il Molise che ha avuto un seggio in meno e il Trentino uno in più del dovuto) che nel 2008 (con Trentino e Sicilia1 con un seggio in meno e Piemonte2 e Veneto con un seggio in più del dovuto).
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