mercoledì 3 dicembre 2014

La legge elettorale in Umbria - un pasticcio infinito


Aggiornato al 9 dicembre 2014





--- Quando è "giusto" modificare una legge elettorale?

In Italia si è soliti affermare che una legge elettorale debba essere modificata poco prima delle elezioni perché altrimenti, se fosse approvata ad esempio a inizio legislatura, gli eletti sarebbero in qualche modo delegittimati e si dovrebbe tornare subito a elezioni. 
Teoria debole e di comodo.


Intanto non si capisce per quale motivo debbano essere delegittimati in quanto hanno ricevuto dei voti in forza della legge elettorale di quel momento.
Poi la dimostrazione più lampante ce la stanno dando i parlamentari attuali, che continuano non solo a legiferare ma addirittura a riformare in maniera pesante la Costituzione e l'assetto istituzionale dopo che la Suprema Corte ha stabilito che sono stati eletti con una legge dichiarata incostituzionale. 
E non mi pare che si sentano così delegittimati.

Viceversa, arriva un grosso, grossissimo "ce lo dice l'Europa" (attraverso il "Codice di buona condotta in materia elettorale" elaborato dal Consiglio d'Europa e approvato dal Parlamento Europeo nel 2003) sul fatto che una legge elettorale deve essere modificata almeno 1 anno prima delle nuove elezioni per non dare anche il solo sospetto che la nuova legge sia fatta a uso e consumo di chi in quel momento detiene il potere. E i motivi sembrano persino ovvi.
Tanto che in questo codice di buona condotta si arriva addirittura a suggerire che se la legge viene modificata nell'anno precedente le elezioni si vada a votare con la legge vecchia per far entrare in vigore quella nuova dalla tornata successiva.
Anche da un punto di vista più tecnico, appare chiaro che fino a quando non si sa con quale sistema si vota, se a un turno o a doppio turno, con preferenze o senza, se ci sono vincoli di genere, quante circoscrizioni ci sono, ecc. non è possibile organizzare le liste, stabilire alleanze e altro ancora.


--- Un passo indietro - le elezioni del 2010

Cosa è successo nel 2010? La legge elettorale (ad oggi ancora in vigore) è stata approvata il 4 gennaio 2010, cioè a meno di 3 mesi dallo svolgimento delle elezioni regionali
Ma si è fatto di peggio. La nuova legge elettorale prevedeva una serie di disposizioni in materia di raccolta delle firme volte a garantire i partiti già presenti all’interno del Consiglio Regionale a scapito di quelli che ne stavano fuori. Di solito in fase di prima applicazione di una nuova legge elettorale, soprattutto se questa avviene a ridosso della consultazione, si prevede una clausola che dimezza il numero di firme necessarie proprio per ovviare alla contrazione dei tempi a disposizione per l’organizzazione delle liste. Persino il procellum di Calderoli lo aveva previsto. In Umbria no. Nella legge n. 4 del 2010 non c’è nessuna agevolazione in fase di prima applicazione. Non solo, il numero di firme minime necessarie per presentare una lista aumentò passando da 1.000 a 1.200 per la circoscrizione della provincia di Terni e da 1.750 a 2.000 per la lista della circoscrizione di Perugia e per il listino regionale stabilendo il record italiano assoluto (mentre le altre regioni abbassavano le soglie indicate nella normativa nazionale, noi, unici, le alzavamo). Inoltre fu stabilita l’esenzione dalla raccolta delle firme per i partiti già rappresentati all’interno del Consiglio o in una delle due Camere del Parlamento.
Il risultato fu che i partiti che non erano rappresentati in consiglio hanno conosciuto le modalità su come andavano formate le liste solo 3 mesi prima delle elezioni, hanno avuto un mese di tempo per la raccolta delle firme (perché la perversione normativa vuole anche che non potevano essere valide le firme raccolte prima dell’entrata in vigore della legge, cioè il 21 gennaio, 15 giorni dopo la pubblicazione nel bollettino ufficiale) quando di norma si hanno 180 giorni (6 mesi) di tempo e soprattutto lo hanno dovuto fare in un regime di “concorrenza sleale” con i partiti già presenti in consiglio.
Per raccogliere le firme in maniera legale infatti occorre che vengano apposte su dei moduli completi in tutte le sue parti, inclusa l’indicazione dei candidati.
E’ di tutta evidenza che mentre i partiti già in consiglio hanno potuto “chiudere” le liste la mattina stessa della loro presentazione (25 febbraio) con tutti i vantaggi che ne conseguono in termini di organizzazione, trattative, possibilità di convincere personalità di spicco, ecc., tutti gli altri hanno dovuto “chiudere” le liste un mese prima.
Il risultato fu chiaro: Alle elezioni del 2010 riuscirono a presentare la candidatura alla presidenza della regione solo i partiti che erano esentati dalla raccolta delle firme (Marini, Modena e Binetti). Nessuno di quelli che aveva tale gravoso onere riuscì nell’impresa.

All’epoca, in rappresentanza della lista Bonino, chiedemmo un incontro con l’allora presidente del Consiglio Regionale Fabrizio Bracco per esporgli le problematiche connesse all’approvazione della nuova legge elettorale così a ridosso delle elezioni. Bracco dimostrò di non capire (o fece finta di non capire) nulla di tutto ciò, tanto che al termine dell’incontro, quasi a trattarci come questuanti che chiedevano solo un occhio di riguardo per loro stessi, disse che avrebbe valutato con i suoi uffici se c’era modo di favorire una esenzione dalla raccolta firme per la nostra lista agganciandosi in qualche modo ai parlamentari radicali eletti nelle liste del PD. Alla mia osservazione “Scusi, è tutti gli altri?” rispose candidamente “lei mi piace perché è un idealista, ma la politica si muove con altre dinamiche”… Ovviamente finì tutto con un nulla di fatto.


--- e per il 2015?

Un decreto di Monti del 2011 ha stabilito la riduzione del numero dei consiglieri regionali. In Umbria si deve passare da 30 a 20.
Ad ottobre 2012 cominciano le manovre per modificare lo statuto in tal senso (e a inizio 2013 la modifica statutaria sarà approvata senza grosse difficoltà) e si comincia a parlare di nuova legge elettorale.
Oltre a questioni di merito per le quali si pensava a sostanziose modifiche (una su tutte l'abolizione del listino regionale bloccato), occorreva sicuramente provvedere a modificarla perché quella del 2010 faceva (anzi, fa, visto che è ancora in vigore) riferimento a 30 consiglieri da eleggere.
Come radicaliperugia.org già ad ottobre 2012 scrivemmo ai consiglieri regionali dicendo loro "attenzione, vediamo di non fare come nel 2010, avete tutto il tempo di modificare la legge elettorale con congruo anticipo rispetto alle elezioni, vediamo di non commettere gli errori passati".

Segue una breve elencazioni di alcuni titoli di giornale da allora ai giorni nostri

novembre 2012 - a Natale si discute la legge elettorale (Il Messaggero)
febbraio 2013 - Legge elettorale: LA SVOLTA (Corriere dell’Umbria)
aprile 2013 - Legge elettorale: RUSH FINALE (Giornale dell’Umbria)
ottobre 2013 - Palazzo Cesaroni mette mano alla nuova legge elettorale (Corriere dell’Umbria)
dicembre 2013 - "Legge elettorale entro 6 mesi" (Eros Brega, presidente Consiglio Regionale)
marzo 2014 - verso la nuova legge elettorale (La Nazione)
giugno 2014 - nuova legge elettorale entro settembre: AVANTI TUTTA (Corriere dell’Umbria)
luglio 2014 - oggi la direzione democrat sulla legge elettorale (Giornale dell’Umbria)
agosto 2014 - legge elettorale, da settembre in commissione. Locchi fissa le regole (Corriere dell’Umbria)
settembre 2014 - sulla legge elettorale partiti al giro di boa. Arrivano in commissione i punti principali di convergenza (Giornale dell’Umbria)
ottobre 2014 - legge elettorale AVANTI TUTTA (Corriere dell’Umbria)
ottobre 2014 - Locchi e Leonelli: "Questa è una legge elettorale seria" (quale??? – Il Messaggero)

novembre 2014 – Legge elettorale disco verde del partito democratico (Corriere dell’Umbria)

Cosa è successo nel frattempo?
Il Presidente del Consiglio Regionale Eros Brega nella conferenza stampa di fine anno 2013 disse categorico che la nuova legge elettorale sarebbe stata approvata entro giugno.
A giugno i consiglieri ci dissero che sarebbe stata approvata entro il 30 settembre.
A fine luglio come radicaliperugia.org tenemmo una conferenza stampa in regione per stimolare nuovamente i consiglieri ad approvare in tempi rapidi la nuova legge elettorale anche intensificando i ritmi delle sedute di commissione e consiglio (si può riascoltare qui
http://www.radioradicale.it/scheda/417343/legge-elettorale-regionale-e-strumenti-di-partecipazione-in-umbria
)

Il 30 settembre ci hanno detto che sarebbe stata approvata entro il 15 novembre.
Il 15 novembre ci hanno detto che sarebbe stata approvata in commissione entro fine novembre e in consiglio nella prima seduta utile di dicembre.

La realtà è molto diversa.
Il primo atto se così vogliamo dire formale è solo del 10 ottobre quando il PD ha presentato la sua proposta di legge durante una conferenza stampa tenuta nella loro sede di piazza della Repubblica alla presenza del segretario regionale Giacomo Leonelli, del presidente di commissione Andrea Smacchi e del capogruppo in regione Renato Locchi.
Tale proposta presentava due problemi grandi come una casa.
1) il numero di firme da raccogliere, pari a 3.000, confermando così il record assoluto nazionale e mantenendo l'esenzione per i partiti già presenti in consiglio;
2) il meccanismo del premio di maggioranza che riprende esattamente quello bocciato a gennaio dalla Corte Costituzionale sulla legge elettorale del Parlamento. Ossia non si può assegnare un premio di maggioranza (in questo caso del 55% dei seggi) senza fissare una soglia minima da raggiungere per ottenerlo. In soldoni se chi vince lo fa col 25% si prenderebbe il 55% dei seggi e per la Corte questo non va bene perché c'è il rischio che ci sia troppa distorsione tra voti espressi e seggi ottenuti.

In quella sede feci la seguente domanda: "posso arrivare a capire un meccanismo del genere proveniente da una legge approvata anni fa. Ma come vi salta in mente di fare una legge nuova che va in maniera così netta contro ciò che ha detto la Corte Costituzionale appena 9 mesi fa?".
Locchi rispose garantendo che non c'erano dubbi di costituzionalità (e se lo dice lui...), che anche l'Emilia Romagna ha fatto una legge in quel modo (ed è purtroppo vero) e che il Consiglio Regionale non è il Parlamento (!?!).

Da quel momento si sono cominciate a registrare delle frizioni in seno alla maggioranza perché con questa proposta i partiti minori del centrosinistra si sentivano penalizzati da una legge impostata tutta pro PD.
Da qui i primi rallentamenti, qualche ripensamento, fino allo scoppiare della diatriba tutta interna al PD tra i consiglieri regionali da una parte (capitanati da Locchi) e la segreteria regionale di Leonelli.

Mentre era in atto questo piccolo marasma in seno al PD, il 22 ottobre va in scena l'audizione in commissione statuto dei soggetti esterni al consiglio interessati alla nuova legge elettorale. Ho partecipato e preso la parola esprimendo critiche e dubbi. Su che cosa? Sulla supposta legge elettorale visto che a quella data non esisteva nessun testo depositato e ci si poteva basare solo sul contenuto della conferenza stampa del PD di inizio ottobre.
Il bello è che abbiamo chiesto questa audizione da luglio e dopo alcune insistenze ci fu risposto dagli uffici legislativi che l'audizione si sarebbe potuta tenere solo all'esame di un testo depositato...
In quella occasione anche altri si erano espressi con analoghe argomentazioni, uno su tutti il prof. Mauro Volpi.
L'intera audizione può essere ascoltata qui
http://www.radioradicale.it/scheda/424319/commissione-speciale-per-le-riforme-statutarie-e-regolamentari


Alla fine si è arrivati a un accordo tra le due anime del PD e tra questo e gli altri partiti del centrosinistra grazie anche all'inserimento di una cervellotica clausola che assicura comunque un seggio alle liste minori di una coalizione che ottengono almeno l'8% dei voti presi dal primo partito della coalizione (dopo il modello spagnolo, quello tedesco e quello anglosassone, abbiamo ora il modello Locco...).
Si arriva finalmente al deposito del testo di legge in commissione l'11 novembre e ad onor del vero ci sono un paio di novità interessanti che vanno incontro alle richieste che avevamo fatto a più riprese: il numero di firme è stato abbassato a 1.500 e non c'è più l'esenzione per i partiti dentro al consiglio così da mettere tutti sullo stesso piano almeno in partenza.
Resta il macigno del premio di maggioranza. Dopo un paio di sedute di commissione interlocutorie succede quello che era inevitabile.


--- Qual è la situazione ad oggi?

Dopo un paio di sedute di commissione abbastanza interlocutorie e dopo che anche l'opposizione di centrodestra ha finalmente presentato una sua proposta di legge elettorale, arriva l'alt dell'ufficio legislativo della regione che guarda un po' comunica ai consiglieri: "attenzione, un meccanismo sul premio di maggioranza come quello ipotizzato ha dei seri dubbi di costituzionalità". 
Ta-da! Ma come? Locchi aveva garantito che non c'erano problemi....

Il 27 novembre il Presidente del Consiglio Regionale Eros Brega va a Roma in pellegrinaggio da Roberto D'Alimonte, uno dei massimi esperti di leggi elettorali.
E cosa gli avrà detto D'Alimonte??? Non si sa.... però qualche indizio ce l'abbiamo. Da allora è scesa una cortina fumogena sulla legge elettorale. Nessuno ne parla più, la commissione non si è più riunita né al momento risultano convocazioni nei prossimi giorni.
E tutto questo nonostante in una trasmissione TV del 26 novembre (Nero su Bianco - Tef) alla quale ho partecipato, la maggioranza, rappresentata da Locchi e dall'esponente socialista Buconi, ha promesso l'approvazione della legge elettorale entro il 23 dicembre.
Occhio che Buconi ha scommesso una cena con tutti i presenti.

Ad oggi quindi:
- abbiamo la legge elettorale attuale che non può essere utilizzata perché fa espresso riferimento a 30 consiglieri mentre lo Statuto dice che devono essere 20;
- la nuova legge elettorale vede la commissione arenata su un testo presentato dalla maggioranza gravato da pesanti, pesantissimi dubbi di costituzionalità e un testo presentato dalla minoranza per nulla esaminato;
- intanto siamo al 3 dicembre, qualcosa dovrà essere approvato prima in commissione e poi in consiglio. Dopo l'approvazione bisogna aspettare qualche giorno per la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale e da allora altri 15 giorni prima di poter raccogliere le firme per presentare una lista. Le elezioni dovrebbero tenersi l'ultima o la penultima domenica di marzo, per cui le liste dovranno essere presentate entro il 20 o il 27 febbraio. Ragion per cui stiamo chiedendo a gran voce che in fase di prima applicazione della legge, le firme da raccogliere siano dimezzate a 750.

Quando se ne uscirà? Come se ne uscirà? Come è stato possibile arrivare a questo punto?

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Aggiornamento del 9 dicembre

Oggi la commissione registra la fase di stallo. I pareri dei costituzionalisti interpellati devono essere ancora formalizzati ma il presidente Brega anticipa e ammette che "parrebbero profilarsi dei rilievi di incostituzionalità riferiti alla questione relativa al meccanismo di attribuzione del premio di maggioranza".
Tutto aggiornato al 16 dicembre. Restano le domande di cui sopra. 


... to be continued...



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