martedì 29 gennaio 2013

L'incertezza del diritto: elezioni regionali Lazio




********  Aggiornamento 31/01/2013  *********

Il Tar ha riammesso la lista "Amnistia Giustizia Libertà" alle elezioni regionali del Lazio rimediando ad una situazione a dir poco grottesca 

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E' notizia di queste ore che la lista dei radicali "Amnistia Giustizia Libertà" è stata esclusa dalle elezioni regionali del Lazio per un vizio di forma: nel listino regionale c'erano troppe donne! 

Ebbene sì, in un paese dove si devono inventare norme e regolamenti per assicurare una rappresentanza di rilievo delle donne negli organi elettivi, ci tocca leggere anche questo.
In soldoni, la legge regionale sullo svolgimento delle elezioni stabilisce a pena di inammissibilità che la lista regionale deve rispettare la parità di genere, tanti uomini tante donne. E se non viene ammessa la lista regionale cadono automaticamente tutte le liste provinciale ad essa collegate, quindi i radicali, quelli che hanno scoperchiato il vaso di Pandora del malaffare nella gestione dei contributi ai gruppi consiliari, quelli grazie ai quali si torna ora alle elezioni, non ci saranno.

Va beh, d'altra parte se errore c'è stato, è giusto che la legge venga applicata alla lettera, come del resto i radicali hanno sempre preteso nei confronti degli altri (spesso senza successo...).

Ma c'è stato errore? E' stata applicata la legge alla lettera? E se i radicali fossero gli unici in regola???.....

mercoledì 23 gennaio 2013

Senato illegale?



In queste elezioni tutto si gioca al Senato. In virtù dell'attuale legge elettorale come si sa il centrosinistra (se i dati di tutti i sondaggi trovassero conferma nelle urne) avrà una solida maggioranza alla Camera ma rischia di non avere un numero di seggi al Senato sufficiente per governare autonomamente.
Indipendentemente da questo però si tace sul fatto che la composizione del Senato rischia fortemente di essere illegittima.

lunedì 21 gennaio 2013

Il "fascista", il "democratico" e il "vecchio rincoglionito"...



C'era una volta... così cominciano tutte le favole.

Oggi voglio raccontarvi la favola della regione Lazio, per la cui presidenza sono in lizza un "fascista" e un "democratico". E poi c'è il "vecchio rincoglionito" che guida un partito che tra mille difficoltà cerca di ottenere almeno un seggio e per far questo è in cerca di alleanze.


lunedì 14 gennaio 2013

Non sono tutti uguali...



Oltre che per il rinnovo del Parlamento, a breve si terranno anche le regionali nel Lazio, il cui Consiglio è stato sciolto perché travolto dagli scandali dei contributi pubblici per i gruppi consiliari utilizzati per spese private.

Malcostume che ha inizialmente investito il PDL del mitico Batman-Fiorito, ma che si è allargato a macchia d'olio a tutti i partiti, sia di maggioranza che di opposizione con il significativo esempio dell'IDV, partito storicamente avversario del malcostume in politica ma il cui capogruppo in regione, tale Maruccio, è finito addirittura in carcere.

sabato 12 gennaio 2013

Un Grillo per la testa


E' dall'inizio di questa campagna elettorale che Beppe Grillo non perde occasione per gridare al Golpe presunto in danno della sua lista.

E' successo a dicembre con la questione delle firme per la presentazione delle liste quando a suo dire l'anticipo delle elezioni di un mese e mezzo (fine febbraio anziché inizio aprile) sarebbe stato studiato ad arte per rendere difficoltosa l'attività di raccolta delle firme.


sabato 5 gennaio 2013

Sicilia = Ohio

La prossima campagna elettorale rischia di essere la più strana di tutte. 
Mentre ancora si vanno delineando le forze in campo (nel momento in cui scrivo non sono ancora state ufficializzate né le coalizioni né le liste singole che si presenteranno), molto probabilmente tutta la partita si giocherà in 3 regioni, anzi forse in una sola. Vediamo perché.


Alla Camera, a meno di clamorosi cataclismi, vincerà la coalizione guidata da Bersani (PD, SEL, lista Tabacci/Donadi e ancora non ho capito se ci sarà una lista autonoma socialista); per effetto della legge elettorale avrà 340 seggi (a cui sommare qualcuno che verrà dall'estero) e quindi una maggioranza solidissima.

Al Senato, grazie al Porcellum, la situazione è più complicata perché il premio di maggioranza è assegnato su base regionale. Alcune regioni hanno un sistema differente dal resto d'Italia:
- il Molise assegna 2 seggi senza premio, per cui 1 andrà al centrosx e 1 al secondo arrivato, presumibilmente il centrodx;
- la Valle d'Aosta elegge 1 senatore al primo partito/coalizione che verosimilmente sarà un partito autonomista;
- il Trentino Alto Adige assegna 7 senatori di cui 6 con l'uninominale e 1 col recupero proporzionale; verosimilmente tra 5 e 6 senatori andranno tra centrosx e l'autonomista Svp (non si sa ancora bene con che modalità) e 1-2 al centrodx);
- ci sono poi i 6 seggi dell'estero eletti con sistema proporzionale; verosimilmente il PD se ne aggiudicherà 3-4 e il PDL 2-3

Veniamo al resto d'Italia. Tutte le rilevazioni danno per vincente senza patemi la coalizione di Bersani in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna.

Restano fuori 4 regioni. Il destino delle 3 del nord Lombardia, Veneto e Friuli dipenderà dal fatto se PDL e Lega Nord saranno coalizzate oppure no. Se andranno ognuna per i fatti propri allora Bersani vince anche in queste 3 regioni e avrà una maggioranza molto solida anche al Senato. Altrimenti, in caso di alleanza PDL-Lega, la Lombardia e il Veneto vedranno prevalere queste ultime mentre il Friuli si presenta in una situazione di sostanziale pareggio (chi vince porta a casa 4 seggi; in caso di sconfitta, il centrosx ne porta a casa probabilmente 2).

Quindi, pareggio al Senato? Forse sì. O forse no. Perché se Bersani dovesse vincere in Sicilia e in Friuli, potrebbe ugualmente avere la maggioranza al Senato, seppur molto risicata, pari a 158-161 seggi (grazie anche ai seggi delle liste autonomiste di VdA e Trentino che storicamente hanno sempre votato insieme al centrosx).
Maggioranza sì ma con lo spettro di veder ripetere l'esperienza di Prodi del 2006. Ci sarebbe comunque una differenza: allora c'era Prodi che poteva contare su 157-158 senatori e tutti gli altri erano del centrodx; in questo caso i residui 155 circa sarebbero divisi tra centrodx, lista Monti e movimento 5 stelle, quindi un'opposizione non compatta e quindi meno granitica.

La Sicilia dunque potrebbe rivestire un ruolo centrale per l'esito delle prossime elezioni politiche. Proprio come il famigerato Ohio nelle presidenziali USA.
Ma qual è la situazione in Sicilia? Difficile dirlo perché alle scorse regionali di poche mesi fa è vero che ha vinto il candidato del centrosx Crocetta ma difficilmente questo precedente può essere considerato una valida base di partenza per vari motivi:
- Crocetta era sostenuto anche dall'UDC che alle politiche sarà con Monti;
- il centrodx si era spaccato tra Micciché e Musumeci;
- Monti non era ancora sceso in campo;
- Micciché alle regionali (15% circa) era sostenuto da MPA, Grande Sud e FLI. FLI sostiene Monti, Grande Sud sostiene Berlusconi e l'MPA non si sa ancora che fine fa. E parliamo di un potenziale del 10%;
- alle regionali l'affluenza è stata bassissima, meno del 50%, mentre storicamente alle politiche votano più persone. A chi andranno questi voti in più?

Situazione quindi molto più ingarbugliata ma tutto si gioca su 2 fattori:
- cosa faranno Lega e PDL?
- come finirà al Senato in Sicilia?
Tutto il resto, dalla bontà dei programmi al pedigree dei candidati, rischia di essere perfettamente inutile. Salvo che in Sicilia.