sabato 12 gennaio 2013

Un Grillo per la testa


E' dall'inizio di questa campagna elettorale che Beppe Grillo non perde occasione per gridare al Golpe presunto in danno della sua lista.

E' successo a dicembre con la questione delle firme per la presentazione delle liste quando a suo dire l'anticipo delle elezioni di un mese e mezzo (fine febbraio anziché inizio aprile) sarebbe stato studiato ad arte per rendere difficoltosa l'attività di raccolta delle firme.


In realtà la legge che era già in vigore stabiliva che in caso di scioglimento anticipato delle camere, il numero delle firme da raccogliere sarebbe stato ridotto della metà.
Allora Beppe Grillo alzò il tiro dichiarando che tale dimezzamento sarebbe stato operativo solo in caso di scioglimento antecedente il 29 dicembre e a suo parere erano in atto manovre dilatorie per ostacolarlo.

Ma così non è stato, visto che le camere sono state sciolte il 21 dicembre. Non solo, è stato pure approvata una legge all'ultimo momento che ha addirittura ridotto ad 1/4 il numero delle firme da raccogliere, facilitando quindi di molto le formalità burocratiche per tutte le liste non presenti in Parlamento.
Una norma ovviamente che non è stata approvata per fargli un favore, bensì per agevolare la raccolta firme di tutti gli altri; però deputati e senatori avrebbero potuto infilarci qualche trappola per danneggiarlo ma non l'hanno fatto.

Ora ecco che Beppe Grillo torna a paventare chissà quali complotti a suo danno per il fatto che qualcuno ha presentato un simbolo di lista molto simile al suo con il rischio che il simbolo del vero Movimento 5 Stelle non sia ammesso alla competizione elettorale o che addirittura l'elettore si trovi nella scheda due simboli quasi identici.

Ma anche stavolta non accadrà nulla di tutto ciò e nella scheda elettorale ci sarà solo il simbolo del "vero" Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Perché c'è una legge che tutela questi casi e perché la prassi (pessima) di presentare simboli simili a quelli di liste esistenti è ampiamente diffusa e si ripete ad ogni elezione, vuoi perché ghiotta occasione per qualcuno per farsi pubblicità gratuita (non si capisce poi bene per che cosa), vuoi per dare fastidio agli avversari politici.
E c'è gente che sta in fila per una settimana per essere il primo a depositare il simbolo.
E' sempre successo, anche a danno degli altri partiti.

Nel 2008 ad esempio, epoca in cui il Movimento 5 Stelle non era presente alle elezioni politiche, ci furono parecchie liste che ad esso si richiamavano (Grilli Parlanti, Amici di Beppe Grillo, ecc. ecc.) e nessuna di queste è stata ammessa. Anche a tutela di Beppe Grillo.

La legge dice che "è fatto assoluto divieto di presentare contrassegni identici o confondibili con quelli che riproducono simboli utilizzati tradizionalmente da altri partiti". Ora si potrebbe disquisire se il Movimento 5 Stelle sia un "partito" oppure no, però state tranquilli che tutti i simboli simili a quello originale verranno respinti.

Qualche problema in più potrebbero avercelo Monti e Ingroia anch'essi vittima di qualcuno che ha presentato prima di loro un simbolo quasi uguale. A differenza di Grillo, Monti e Ingroia sono liste debuttanti in assoluto (il M5S ha partecipato ormai a parecchie elezioni regionali ed amministrative), ma anche per questi ultimi la legge arriva in soccorso dal momento che stabilisce anche che "Neppure è ammessa la presentazione di contrassegni effettuata con il solo scopo di precludere surrettiziamente l’uso del contrassegno ad altri soggetti politici interessati a utilizzarlo".

Se da un lato Monti e Ingoria ormai da diversi giorni hanno presentato alla stampa il loro simbolo e altrettanto evidente che chi ha presentato questi simboli farlocchi non rappresenta un bel nulla. Pertanto anche in questo caso tutto finirà con un nulla di fatto.

Ora non so bene cosa spinga Grillo a questi eccessi di nervosismo e di sindrome da accerchiamento: inesperienza? Timore che qualcuno possa fargli uno scherzetto? Volontà di alzare polveroni per fare notizia? 
Grillo rivendica per la sua lista una sorta di trattamento differente che faccia venire meno il criterio di precedenza per chi presenta per primo il simbolo di lista al Viminale: perché lui a differenza di tutti gli altri ha già raccolto le firme (ma per quello c'è tempo fino al 21 gennaio) e perché il suo movimento ha già partecipato a svariate elezioni negli ultimi anni.
Fermo restando che l'intero procedimento di presentazione di liste e candidature è allucinante ed è sempre lo stesso da oltre 50 anni e quindi passibile di molte critiche e censure, cosa avrebbe detto Grillo se questa sorta di trattamento differente l'avessero riservato ad altri a suo danno?

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