lunedì 14 gennaio 2013

Non sono tutti uguali...



Oltre che per il rinnovo del Parlamento, a breve si terranno anche le regionali nel Lazio, il cui Consiglio è stato sciolto perché travolto dagli scandali dei contributi pubblici per i gruppi consiliari utilizzati per spese private.

Malcostume che ha inizialmente investito il PDL del mitico Batman-Fiorito, ma che si è allargato a macchia d'olio a tutti i partiti, sia di maggioranza che di opposizione con il significativo esempio dell'IDV, partito storicamente avversario del malcostume in politica ma il cui capogruppo in regione, tale Maruccio, è finito addirittura in carcere.


Tutti i partiti? Non proprio. In consiglio c'era anche un piccolo partito con due soli consiglieri. Parlo della lista Bonino-Pannella e dei consiglieri Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita.
Non solo sono stati gli unici a utilizzare i contributi ai gruppi consiliari per le finalità a cui erano destinati (emblematici gli appena 700 euro per spese tra viaggi e pranzi contro le centinaia di migliaia di euro di tutti gli altri solo per questa singola voce); non solo sono stati gli unici a votare contro le continue delibere di aumento di soldi pubblici destinati ai gruppi che in breve tempo sono passati da 1 a 14 milioni di euro.
Ma sono stati anche quelli che hanno denunciato pubblicamente quello che nella regione Lazio si stava commettendo. E non lo hanno fatto dopo che la bomba era ormai scoppiata, ma lo hanno fatto da subito, ovviamente nel silenzio generale perché all'epoca (prima che ci fosse la "moda" di accendere i riflettori sui rimborsi dei gruppi regionali), pubblicando prima su internet tutte le voci dettagliate delle loro spese, poi segnalando ai giornalisti Rizzo e Stella cosa stava succedendo nel consiglio regionale del Lazio.

In fondo hanno fatto solo il loro dovere, non sono eroi. Però sono diventati, loro e il loro partito, vittime della loro correttezza e trasparenza.
Il candidato presidente del centro-sinistra, il piddino Zingaretti infatti ha prima preteso che i consiglieri uscenti del suo partito (anch'essi coinvolti a pieno titolo dallo scandalo) non fossero ricandidati dando quindi prova di voler cambiare registro. Ha poi preteso lo stesso dai suoi alleati e anche questo è un bel segnale.
Peccato però che ha preteso lo stesso dai radicali, chiedendo che anche i consiglieri uscenti Berardo e Rossodivita non fossero candidati "per dare un segnale di totale cambiamento rispetto al passato".

Ecco, caro Zingaretti, ciò che hanno rappresentato quei 2 consiglieri che in totale solitudine hanno scelto di denunciare il tutto e di non cadere nella tentazione di approfittarne a loro volta, non solo va messo da parte e dimenticato, ma andrebbe preso come bandiera del rinnovamento che vuoi proporre. 
Io mi sarei aspettato che si fosse chiesto ai radicali il permesso e l'onore di candidare Berardo e Rossodivita come capolista del PD.... 

Ma mi sa tanto che altro non sia che una chiara vendetta per aver scoperchiato la pentola del marciume...

P.S.: nel frattempo i consiglieri uscenti del PD non sono stati ricandidati.... alla regione Lazio. Ma una buona metà sarà eletta in Parlamento!

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