lunedì 19 gennaio 2015

Perugia: La (s)vendita dei parcheggi



Project Financing. Con questo termine si indica una operazione con la quale un soggetto privato realizza un'opera pubblica a proprie spese trovando remunerazione dagli introiti che quella opera darà nel periodo di tempo che gli viene affidata in concessione.
Un esempio può essere quello della trasformazione della E45 in autostrada. La costruirà un privato (sempre che si faccia) che sopporterà l'ingente investimento (quasi 10 miliardi ad oggi) e che in cambio avrà la concessione quarantennale della nuova autostrada con relativo incasso dei pedaggi. 


In teoria è una manna per le amministrazioni pubbliche che non hanno i mezzi per la costruzione di un'opera di cui avrà la piena disponibilità una volta terminata la concessione. La realtà è un po' diversa.

A Perugia con il Project Financing sono stati praticamente svenduti a Sipa i parcheggi pubblici e le strisce blu grazie ad una convenzione stipulata nel gennaio 2007. Ma che c'azzecca il Project Financing con la Sipa, dal momento che i parcheggi oggetto della convenzione già esistevano e non presupponevano la costruzione di nessuna nuova opera pubblica? Lo capiremo alla fine. Forse.

La convenzione muove dall'esigenza di costruire il nuovo parcheggio di Pian di Massiano in corrispondenza del terminal Minimetro. Al posto dello spiazzo asfaltato che insisteva prima in quella zona, ora abbiamo quel bel parcheggio ad anelli con annessa tutta l'impiantistica per il mercato settimanale del sabato, per la fiera dei morti e per i baracconi.
Costo stimato dell'opera 7 milioni. Che il Comune, alle prese col buco di bilancio di locchiana memoria, ovviamente non ha. E allora si inventa il Project Financing con il quale affida a Sipa (unica a rispondere al bando) la realizzazione dell'opera.

Elemento cardine di qualunque Project Financing è il PEF (Piano Economico Finanziario), un documento nel quale si buttano giù i costi e ricavi previsti per valutare se il gioco vale la candela.
La cosa carina per il privato che realizza l'opera è che il suo rischio di impresa è praticamente azzerato dal fatto che se il PEF non viene rispettato (ad esempio per minori ricavi dovuti a minore utilizzo dell'opera o per mutate condizioni fiscali o legislative, ecc.) la convenzione può essere ridiscussa nella durata o nella determinazione delle tariffe.
In teoria ciò dovrebbe accadere anche nel caso opposto in cui le entrate siano superiori alle previsioni, ma nella realtà non succede mai.

Il Comune quindi affida a Sipa la realizzazione del parcheggio di Pian di Massiano e stipula con essa un contratto di concessione che prevede per la durata di 40 anni:
- la gestione dei parcheggi coperti (Piazza Partigiani, Viale S.Antonio, Via Ripa di Meana, Piazzale Europa, Mercato Coperto);
- la gestione di tutte le strisce blu del territorio comunale (circa 1.800);
- le gestione e l'incasso dei posti a pagamento per i bus turistici;
- la gestione e l'incasso dei posti che dovevano essere a pagamento nel nuovo parcheggio di Pian di Massiano (circa 450 nei primi due anelli con barriere che ancora sono lì e altri 225 con strisce blu). Questi posti poi sono sempre rimasti gratuiti e vediamo più avanti cosa ciò avrà comportato;
- il diritto di superficie per 90 anni su un'area di pian di Massiano di circa 9.000 mq di cui 4.160 edificabili, con relativi introiti (al termine dei 90 anni tutto il costruito diventerà di proprietà del comune);
- il servizio di rimozione forzata e di multe degli ausiliari del traffico con incasso totale sul servizio di rimozione forzata e 12,50 euro + iva per ciascuna multa.

La Convenzione prevede altre clausole:
- Sipa deve pagare al Comune 48 euro all'anno per ogni posto dei parcheggi coperti, per un totale di circa 85 mila euro, oltre al 4% dell'incasso delle soste sui parcheggi coperti e delle strisce blu (in caso che il totale incassato da Sipa superi i 4 milioni, sull'eccedenza la quota per il comune diventa del 7%);
- Sipa versa al "precedente gestore" circa 800 mila euro "una tantum" per ereditare l'impiantistica esistente (parcometri, sbarre e casse dei parcheggi, ecc. ecc.); ma chi sarà mai il precedente gestore? Sipa...
- Le tariffe dei vari tipi di parcheggi sono stabilite dalla convenzione per rispettare il piano economico-finanziario del project financing e possono essere rivalutate annualmente secondo l'indice Istat;
- il Comune paga a Sipa 43 mila euro all'anno per la manutenzione della piazza che fa da tetto al parcheggio di piazzale Europa e relative aree verdi e per le aree verdi vicine ai parcometri di via Canali. Al che verrebbe da chiedersi: perché Sipa deve occuparsi di manutenzione del verde? 43 mila euro all'anno???;
- il Comune affida a Sipa anche la gestione con relativo incasso dell'affitto dei locali commerciali del parcheggio di piazzale Europa (in cambio Sipa versa un canone di circa 15 euro a mq al mese);
- a carico di Sipa inoltre l'installazione degli ascensori del parcheggio di via Ripa di Meana su trombe già esistenti e la presa in carico dei 45 lavoratori che si occupavano della gestione dei parcheggi fino a quel momento, cioè sempre dipendenti Sipa...

Dalla Convenzione si può uscire? Sostanzialmente in 3 casi:
1) Fallimento della Sipa e a quel punto torna tutto in mano al Comune senza ulteriori costi;
2) gravi inadempienze della Sipa nella realizzazione dell'opera (strada impraticabile visto che ormai l'opera è stata realizzata nei modi e nei tempi previsti);
3) per motivi di interesse pubblico che non è possibile soddisfare diversamente. In questo caso sarebbe un bagno di sangue per le casse comunali in quanto bisognerebbe versare a Sipa il costo di acquisto dell'opera, alcune penali e un risarcimento per mancati introiti fino a fine concessione (nella misura del 10% di quanto previsto nel PEF).

Quindi ci teniamo la Sipa fino al 2047.

Si può modificare la convenzione? Sì ed è stato già fatto a fine 2009. Però la linea guida, come detto prima, è il Piano Economico Finanziario e non si può uscire da quello. In sostanza se si chiede di abbassare le tariffe occorre dare a Sipa qualcos'altro o viceversa.

Come è stata modificata la convenzione nel 2009?
Sipa ha chiesto un aumento delle tariffe e il comune glie lo ha accordato (aumentarono infatti il 1° gennaio 2010 in misura pari al 25-35%) perché rispetto al contratto di convenzione del 2007 erano intervenute alcune modifiche:
- a Pian di Massiano i posti inizialmente previsti a pagamento (i primi 2 anelli e ulteriori 225 strisce blu) sono rimasti tutti gratuiti con conseguente mancato introito per Sipa;
- maggiori lavori richiesti dal comune nella fase di realizzazione dell'opera (forse l'installazione della pinna dell'orca?....);
- l'area del mercato del sabato che era inizialmente prevista di 2,5 anelli è diventata di 4 anelli;
- utilizzo di personale Sipa per gestire la modifica di ingresso del parcheggio del mercato coperto nel periodo durante il quale si accedeva da via delle Conce e via Alessi in salita a causa dei lavori di rifacimento dell'accesso da via Campo Battaglia;
- istituzione della tariffa notturna forfettaria agevolata (con eccezione del Mercato Coperto).

Oltre all'aumento tariffario era prevista l'istituzione di una tariffa di 5 euro giornalieri a Pian di Massiano per il periodo di Eurochocolate. Cosa che poi non è stata mai fatta e per la quale Sipa ha dichiarato un paio di anni dopo di voler rinunciare all'introito senza chiedere nulla in cambio.

In questo modo tutta la gestione dei parcheggi (sia quelli coperti sia le strisce blu) è in capo alla Sipa fino al 2047 con il Comune che non può praticamente disporne in nessun modo e non può agire sulle politiche tariffarie. Salvo piccolissime eccezioni (la già citata tariffa forfettaria notturna, alcuni posti riservati ai dipendenti comunali in via Pellini, ecc.).
Quante volte discutendo di come rivitalizzare il centro storico e/o di limitarne il traffico ci siamo detti "il Comune dovrebbe tenere le tariffe dei parcheggi più basse"? Semplicemente non lo può fare. A meno di intavolare una trattativa con Sipa concedendo qualcosa in cambio (ma cosa? Altre strisce blu? Un aumento della durata della concessione oltre il 2047?).

Resta qualche curiosità sullo sfondo:

Che c'azzecca il Project Financing con la Convenzione dei parcheggi con la Sipa? Come spiegato all'inizio il Project Financing prevede che il privato trovi ristoro mediante lo sfruttamento dell'opera che ha realizzato. Qui invece realizza un'opera che non gli frutta nulla (il parcheggio è totalmente gratuito e l'affitto dell'area per il mercato del sabato, per baracconi e fiera viene incassato dal Comune), ma incassa tariffe per altri parcheggi che nulla hanno a che vedere con l'opera in oggetto.
Sarà mica che quei primi due anelli erano stati fittiziamente previsti a pagamento per giustificare l'uso dello strumento del Project Financing?...
Perché non si è proceduto con un normale appalto (di durata inferiore) che avrebbe consentito al Comune di incassare di più e tenere maggiormente sotto controllo le politiche tariffarie?

Si usa il PF perché il Comune non ha i fondi per realizzare l'opera e si affida al privato Sipa. Privato? All'epoca della Convenzione, Sipa era controllata dal Comune di Perugia col 57% (il restante 43% era in mano a dei privati per lo più costruttori)...
Appena stipulata la convenzione, il valore di Sipa è cresciuto notevolmente e questo ha consentito al Comune di rendere appetibile la vendita delle sue quote avvenuta infatti qualche mese dopo. In molti sostengono che questa vendita, unitamente ad altre operazioni straordinarie, ha consentito di coprire il buco, anzi voragine, del bilancio comunale.
La vendita delle quote di Sipa fu comunque essa stessa un po' particolare. Se il Comune avesse messo in vendita tutte le sue quote, sicuramente poteva massimizzare l'incasso perché l'acquirente avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta della società. Invece il comune mise in vendita solo il 35% delle proprie quote. E chi poteva mai essere interessato a spendere un consistente gruzzolo per avere comunque una quota di minoranza? Infatti la quota del 35% fu acquistata da coloro che avevano maggior interesse ad averla e cioè gli altri soci che già detenevano il 43% che hanno potuto così acquistarle ad un prezzo unitario sicuramente inferiore rispetto alla vendita del più appetibile pacchetto completo per il quale si sarebbe potuta scatenare una vera e propria asta.
Il residuo pacchetto del 22% è stato poi venduto anni dopo a Umbria Mobilità dopo che le prime aste furono andate deserte in una sorta di giochino di spostamento di denari tra amministrazione e partecipate, col risultato che Umbria Mobilità ha poi rimesso in vendita quelle quote perché affogata di debiti (contratti anche per acquistare Sipa).

Ma la domanda delle domande è: visto come è andata, non era forse meglio tenersi il parcheggio di Pian di Massiano come era prima?

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