sabato 2 marzo 2013

Pasticciaccio alla Camera? Verini (PD) a rischio...


Dopo l'arrosto del Senato, con 16 senatori "abusivi" (qui i dettagli http://gattosilvestropg.blogspot.it/2013/02/16-senatori-abusivi.html), arriva il pasticciaccio della Camera.

Il Ministero ha sbagliato ad applicare la legge elettorale nel ripartire i seggi tra le varie liste nelle 26 circoscrizioni territoriali.
Probabilmente per un'errata programmazione del software non è stata presa in considerazione una riga della legge. Portando a risultati sbagliati.
Ieri avevo scritto un post (http://gattosilvestropg.blogspot.it/2013/03/il-porcellum-e-incostituzionale.html) sull'incostituzionalità della legge elettorale "porcellum" dove in fondo specificavo che se i calcoli fossero stati fatti correttamente non si sarebbe incappati in nessun vulnus costituzionale. 

Ma avremmo avuto risultati diversi. E precisamente:

- in Trentino SEL avrebbe diritto ad un deputato in meno;
- nel Friuli il PDL avrebbe diritto ad un deputato in più; 
- nel Molise il PDL avrebbe diritto ad un deputato in più;
- in Puglia SEL avrebbe diritto ad un deputato in più e il PDL uno in meno;
- in Sardegna il PD avrebbe diritto ad un deputato in più e CD e PDL uno in meno ciascuno;
- in Umbria il PD avrebbe diritto ad un deputato in meno e il CD uno in più.

E il quinto in lista del PD è Valter Verini, deputato uscente, che forse è bene che cominci a mettere in discussione il suo nuovo approdo a Montecitorio.

Perché affermo tutto questo? Lo spiego. Sempre per chi ha voglia di ammattirsi!


La legge stabilisce come ripartire i seggi tra le 26 circoscrizioni della camera in questo modo:
- Prima si fa il riparto tra le coalizioni o singole liste ammesse (nel nostro caso coalizione Bersani, coalizione Berlusconi, coalizione Monti e lista 5 Stelle);
- Poi si assegnano i seggi alle varie liste ammesse nell'ambito delle 3 coalizioni in campo.


Per ognuna di queste due fasi può verificarsi dopo tutti i calcoli che il totale dei seggi di una lista o di una coalizione nelle 26 circoscrizioni non ridice con il totale nazionale dei seggi ad essa spettanti per cui vanno fatti gli opportuni aggiustamenti.
Riporto ora il testo letterale delle legge (riporto solo la parte relativa al primo tipo di riparto per non intasare ulteriormente il post, ma anche per il secondo tipo di riparto il meccanismo è lo stesso applicato alle singole liste all'interno della coalizione) - a
rt. 83 D.P.R. 361/57 così modificato dall'art. 1 L. 270/05

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l'Ufficio accerta se il numero dei seggi assegnati in tutte le circoscrizioni a ciascuna coalizione di liste o singola  lista  corrisponda  al numero dei seggi determinato ai sensi del  numero  4).
In caso negativo, procede alle seguenti operazioni,iniziando  dalla  coalizione  di  liste  o singola lista che abbia il maggior  numero  di  seggi  eccedenti,  e in caso di parità di seggi eccedenti  da parte di più coalizioni o singole liste, da quella che abbia  ottenuto  la  maggiore cifra elettorale nazionale, proseguendo poi  con  le  altre  coalizioni  di  liste o liste singole, in ordine decrescente  di  seggi  eccedenti:  sottrae  i  seggi  eccedenti alla coalizione  di  liste  o singola lista in quelle circoscrizioni nelle quali  essa  li  ha  ottenuti  con le parti decimali dei quozienti di attribuzione,  secondo il loro ordine crescente e nelle quali inoltre le  coalizioni  di liste o singole liste, che non abbiano ottenuto il numero  di  seggi spettanti, abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate.  Conseguentemente,  assegna  i seggi a tali coalizioni di liste  o  singole  liste. Qualora nella medesima circoscrizione due o piu'  coalizioni  di  liste o singole liste abbiano le parti decimali dei quozienti non utilizzate, il seggio e' attribuito alla coalizione
di  liste  o  alla  singola lista con la piu' alta parte decimale del quoziente  non  utilizzata.  Nel  caso  in cui non sia possibile fare riferimento  alla  medesima  circoscrizione ai fini del completamento delle  operazioni  precedenti, fino a concorrenza dei seggi ancora da cedere, alla coalizione di liste o lista singola eccedentaria vengono sottratti i seggi in quelle circoscrizioni nelle quali li ha ottenuti con  le  minori  parti  decimali del quoziente di attribuzione e alla coalizione di liste o lista singola deficitaria sono conseguentemente attribuiti  seggi  in quelle altre circoscrizioni nelle quali abbiano le   maggiori  parti  decimali  del  quoziente  di  attribuzione  non utilizzate.
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In rosso la parte di legge ignorata dal Ministero.

Ma veniamo all'esempio pratico che (forse) si capisce meglio.

Dopo il primo riparto si è verificata questa situazione:
- La coalizione di Bersani, che deve avere 340 seggi, ne aveva 335;
- La coalizione di Berlusconi, che deve avere 124 seggi, ne aveva 127;
- La coalizione di Monti, che deve avere 45 seggi, ne aveva 45;
- Il 5 stelle che deve avere 108 seggi, ne aveva 110.
Quindi bisogna “spostare” 3 seggi da Berlusconi a Bersani e 2 da Grillo a Bersani. E si fa giocando con i resti.
La legge dice che a partire da chi ha più seggi in eccesso (Berlusconi) e proseguendo con gli altri in ordine decrescente (in questo caso solo 5 stelle) devi togliere loro i seggi nelle circoscrizioni dove li hanno ottenuti con resti, a partire da quelle dove li hanno avuti con i resti più bassi e dove la coalizione deficitaria ha dei resti non utilizzati.
In sostanza bisognava prendere le 3 circoscrizioni dove berlusconi aveva avuto seggi con i resti più bassi e dove Bersani aveva resti non utilizzati che erano Liguria, Puglia e Sardegna.
Invece il ministero li ha tolti a Berlusconi nelle 3 circoscrizioni dove li aveva presi con i resti più bassi senza andare a vedere se in quelle circoscrizioni Bersani avesse resti inutilizzati. E glie li ha tolti in Liguria, Molise e Friuli.
Ora, mentre in Liguria Bersani aveva resti inutilizzati e quindi gli è stato dato un seggio in più, in Molise e Friuli Bersani aveva già utilizzato i resti per cui in quelle circoscrizioni sono solo stati tolti i seggi a Berlusconi senza darli a nessuno (e qui c’è il vulnus costituzionale perché per l’art. 56 c.4 il Molise ha diritto a 3 seggi e si ritrova con 2 e il Friuli 12 invece di 13).

A questo punto a Bersani andavano comunque dati 2 seggi in più ed è stato fatto nelle circoscrizioni dove Bersani aveva i maggiori resti non utilizzati, fattispecie questa sì prevista dalla legge, ma solo dopo che non sia possibile riassegnare i seggi per il meccanismo precedente.
E i seggi gli sono stati dati in Sardegna e Umbria che in questa prima fase avevano quindi un seggio in più del dovuto (altro vulnus costituzionale). In particolare notiamo che in Umbria in questa fase avremmo 6 seggi per la coalizione di Bersani (il cui successivo riparto tra le liste ne darebbe 5 al PD e 1 a SEL), 1 per Berlusconi, 1 per Monti e 2 per Grillo.

Ora bisogna ripartire i seggi tra le liste all’interno delle coalizioni. E all’interno della coalizione di Bersani l’errore del Ministero ha ricambiato le carte in tavola.
Al termine dei calcoli veniva fuori questa situazione:
- Il PD, che deve avere 292 seggi, ne aveva 294
- SEL, che deve avere 37 seggi, ne aveva 38
- Il CD, che deve avere 6 seggi, ne aveva 4
- L’SVP, che deve avere 5 seggi, ne aveva 4

E il meccanismo è lo stesso di cui sopra: a partire da quella che ha più seggi in eccesso (PD) e proseguendo con le altre in ordine decrescente (SEL) devi togliere loro i seggi nelle circoscrizioni dove li hanno ottenuti con resti a partire da quelle dove li hanno avuti con i resti più bassi e dove la lista deficitaria ha dei resti non utilizzati.

Per il PD no problem perché nelle 2 circoscrizioni dove aveva avuto seggi con i resti più bassi (Toscana e Sardegna), il CD aveva resti inutilizzati e gli è stato  dato quindi il seggio.

Ma veniamo a SEL: per la legge bisogna togliergli il seggio dove lo ha avuto con il resto più basso e dove l’SVP ha resti inutilizzati. E questo può avvenire solo in Trentino (unica regione SVP) dove in effetti SEL ha preso un seggio grazie a un resto. Però il ministero, sbagliando, ha tolto a SEL il seggio nella circoscrizione dove aveva il minor resto (incurandosi dell’SVP) che è l’UMBRIA e lo ha assegnato quindi all’SVP in Trentino (altro vulnus costituzionale perché il Trentino ha avuto quindi un seggio in più mentre per l’Umbria si è annullato l’effetto del punto precedente che gli aveva regalato un seggio in più).
Si noti infine che, se in Trentino, SEL non avesse avuto il seggio con i resti, allora sarebbe stato sì corretto toglierglielo in altra circoscrizione dove aveva il resto più piccolo (incappando però nel vulnus costituzionale).

Alla fine dei giochi se il Ministero avesse applicato correttamente la legge, inizialmente l'Umbria non avrebbe avuto alcun seggio in eccesso, i 5 seggi spettanti alla coalizione di Bersani sarebbero andati tutti al PD e nel successivo aggiustamento di seggi per il riparto tra le liste, avrebbe tolto un seggio al PD (per il gioco dei minori resti) assegnandolo al CD.

Con Verini che sarebbe fuori e Massimo Donadi del CD che andrebbe a Montecitorio.

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