sabato 20 aprile 2013

Bandiera Bianca



Oggi l'Italia alza bandiera bianca.
Oggi ha vinto l'incapacità di una classe politica che dopo due mesi dalle elezioni, dopo 18 mesi di inattività (dalle dimissioni di Berlusconi in poi), dopo 20 anni di immobilismo, non trova di meglio che rinunciare ancora una volta al suo compito. Quello di prendersi delle responsabilità e fare delle scelte.

Non è servito inserire in Parlamento un 25% di dilettanti allo sbaraglio, non è bastato infornarlo di matricole, di giovani e di donne.


Hanno vinto i soliti. Dieci, forse 15-20 persone, che decidono ciò che vogliono, incuranti di tutto e di tutti, prendono le decisioni e poi le vomitano in finte assemblee dove si è costretti ad approvare con 'standing ovation' e dove, da parte di taluni, troppi, è mancato il coraggio di rivendicare scelte e metodi diversi optando per una più comoda bandiera bianca.

E a quelli che ora parlano di decisione sofferta in un momento drammatico si legge in faccia il sollievo per un finale che era quello da sempre intimamente desiderato. 
Si sono arresi dopo appena due giorni di fallimenti sventolando bandiera bianca. Dimostrando una incomprensibile fretta (dopo che hanno dormito per giorni, settimane, mesi e anni), nel prendere decisioni schizofreniche e fallimentari nei metodi, nei meriti e nei tempi.

E ora teniamoci Napolitano, un ottantottenne che aveva dichiarato appena 5 giorni fa, in maniera forse troppo morbida, "una mia rielezione sarebbe al limite del ridicolo", uno che aveva alzato bandiera bianca nell'impossibilità di formare un governo con la coda penosa dei saggi.
Teniamoci un altro governo pseudo-tecnico che verrà. Nella utopistica convinzione che ora, non si sa perché, si farà una nuova legge elettorale e le riforme di cui abbiamo bisogno.

Abbiamo fatto elezioni inutili. Il nuovo Parlamento, in perfetta continuità con il vecchio, non è stato capace di fare una scelta che sia una, se non quella di bloccare pure la formazione delle commissioni nonostante i regolamenti parlino chiaro, nonostante due presidenti in apparente discontinuità.

Il messaggio che oggi il "palazzo" manda al paese è uno solo: chi ha rendite di posizione se le tenga strette, gli altri si arrangino.

Alla faccia di chi si alza la mattina tutti i giorni per tirare avanti la baracca, tra mille difficoltà e circondato da situazioni che arrivano alla disperazione. Alla faccia degli imprenditori ai quali si chiede coraggio per investire e creare ricchezza. Alla faccia di tutti i lavoratori che in silenzio fanno il loro con dignità ed onestà. Che almeno tutti loro non alzino bandiera bianca.

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