sabato 6 aprile 2013

Il Parlamento "congelato"



Mentre i saggi stanno elaborando le loro fantasmagoriche idee per uscire dal tunnel (a una settimana dalla nomina non se ne sente più parlare, se non per la "gaffe" di Onida oggetto di un pesante scherzo telefonico), non può passare inosservato il fatto che il Parlamento è ancora bloccato.

Sono passati oltre 40 giorni dalle elezioni, oltre 20 dall'insediamento delle Camere e ancora il Parlamento non è pienamente operativo. Mentre il paese va sempre più verso la deriva.
Il motivo è la mancata formazione delle Commissioni permanenti, quelle attraverso le quali passano i provvedimenti di legge prima di arrivare in aula.

Molto si è detto e scritto in questi giorni sulla particolare situazione venutasi a creare dopo le elezioni. Provo a riannodare qualche filo.



1) impossibilità di formare un nuovo Governo a causa di uno stallo venutosi a creare per i veti incrociati delle 3 forze principali: il M5S non si vuole alleare con nessuno, il PD non vuole fare il "Governissimo" col PDL, mentre quest'ultimo rifiuta l'ipotesi del cosiddetto "Governo del Presidente", ossia un Governo con un premier deciso in autonomia dal Presidente della Repubblica, possibilmente esterno ai partiti, che poi vada alle Camere a cercarsi una fiducia non precostituita.

Già qui è curioso notare il fatto che tutte le responsabilità di questo stallo vengono addossate da parte degli osservatori e commentatori politici a Grillo.
Ancora devo capire per quale motivo se Bersani si ostina a rifiutare un accordo col PDL dimostra saggezza e coerenza, mentre Grillo che si ostina a non voler governare col PDL sia un'irresponsabile e l'unico colpevole di questa situazione.

Come se fosse colpa sua della gestione politica degli ultimi 20 anni.
Come se fosse colpa sua aver votato con questa legge elettorale.
Come se fosse una sua colpa dimostrare una coerenza (a mio avviso comunque troppo rigida) a ciò che ha detto in campagna elettorale.
Come se non si capisse che per Grillo l'idea di governare col PD (o col PDL) è indigeribile almeno quanto è per Bersani l'idea di governare col PDL.


2) impossibilità di sciogliere le Camere e tornare a nuove elezioni. 
La questione è ben nota. Napolitano si trova nel cosiddetto "semestre bianco" e non può sciogliere le nuove Camere. Evenienza che può essere attuata solo dal nuovo Presidente della Repubblica, che però comincerà l'incarico solo il 15 maggio a meno che Napolitano non decida di dimettersi con qualche giorno di anticipo, possibilità che ha sempre però escluso.

E va anche detto che bisognerebbe anche capire quale sia l'utilità di andare a nuove elezioni senza aver prima cambiato la legge elettorale.


3) "prorogatio" del Governo Monti.
Napolitano insieme alla nomina dei saggi (sui quali preferisco stendere un velo pietoso), ha ricordato che un Governo in carica ancora c'è. E' il dimissionario Governo Monti, peraltro mai sfiduciato dalle Camere. E la Costituzione parla chiaro: fino a che non viene nominato un nuovo Governo resta in carica quello precedente.

Checché ne dicano i politici contrari a questa soluzione e i tromboni dell'informazione che spesso confondono la realtà con i loro desideri.

Emblematico il trattamento riservato da molti, quasi tutti, a Paolo Becchi, professore di filosofia del diritto e vicino al Movimento 5 Stelle.
Lui ha sempre asserito che nell'impossibilità di procedere alla formazione di un nuovo Governo, doveva restare in carica il Governo Monti. Per la verità anche io ero della stessa idea, tanto mi sembrava ovvia. Soprattutto dopo che Napolitano ha deciso di non rischiare di dare l'incarico a un premier che poi fallisse l'appuntamento con la fiducia alle Camere, forse spaventato dalla reazione che avrebbero potuto avere i mercati e i partner stranieri.

Perché di tutte le fesserie che ho sentito in questi giorni, su presunti attentati alla Costituzione, forse l'unica censura che può essere formalmente sollevata nei confronti del Presidente della Repubblica, è l'aver omesso di nominare un Presidente del Consiglio.
Per quanto riguarda la nomina dei saggi, ho sentito addirittura parlare di incostituzionalità da più parti perché "non sta scritto da nessuna parte in Costituzione".
Come se tutto ciò che non fosse scritto in Costituzione sia automaticamente vietato. Peccato però che la Costituzione, per quanto concerne la formazione del nuovo Governo, sia molto stringata e asciutta (forse volutamente). Dice solo che il Presidente del Consiglio è nominato dal Presidente della Repubblica (art. 92) e che il nuovo Governo entro 10 giorni dalla sua formazione deve ricevere la fiducia dalle Camere (art. 94). 
Tutto il resto, a cominciare dalle consultazioni, è frutto di prassi che si sono consolidate col tempo. Ma se queste sono consentite, non si capisce perché ogni altra attività volta alla formazione di un nuovo Governo, come può essere la nomina dei saggi, debba essere vista come un attentato alla Costituzione.

Peccato che fino a quando lo diceva Becchi era solo un povero ubriaco, quando lo ha detto Napolitano è stato accolto dal generale entusiasmo: "colpo di genio" e "infinita saggezza davanti alla pochezza della politica" i commenti più gettonati.

In questo filmato - http://www.youtube.com/watch?v=xw-OOoNAhgU - la teoria del prof. Becchi, accolta dai risolini degli ospiti in studio e dal commento tranchant di Paolo Mieli: "E' un'ipotesi che non sta in piedi. Non è prevista dalla Costituzione. Non esiste."
Per non parlare dei commenti spocchiosi nei quotidiani e nelle trasmissioni tv di approfondimento dei giorni successivi.



4) il Parlamento è ancora fermo. Per alcuni provvedimenti economici urgenti sono state nominate due commissioni speciali, mentre le Commissioni Permanenti sono ancora ferme perché non ancora costituite.
In questa situazione è impossibile esaminare ed eventualmente approvare qualsiasi progetto di legge. Come se potessimo permetterci di perdere ulteriore tempo.

Da un lato Movimento 5 Stelle e SEL premono affinché le Commissioni siano costituite e possano lavorare quanto prima con la Lega e Scelta Civica che hanno dichiarato di essere d'accordo. Dall'altro lato PD e PDL che si ostinano a volerle congelare.

La loro opinione è che prima deve essere nominato il nuovo Governo. Perché bisogna sapere chi sta al governo e chi all'opposizione e perché alcune presidenze di Commissione spettano all'opposizione.
Eccezioni fondate ma a mio avviso molto più povere dei motivi che invece consiglierebbero di costituirle quanto prima.

Mentre aspettiamo il nuovo Governo, che a questo punto secondo molti dovrebbe arrivare dopo l'insediamento del nuovo Presidente della Repubblica, si perde tempo prezioso.
Il Parlamento avrebbe già potuto in questo periodo aver modificato la legge elettorale e fatto mille altre cose, compresi i provvedimenti economici.
A chi obietta che questo non è possibile perché non c'è un Governo che abbia ottenuto la fiducia dalle nuove Camere mi permetto di fare più di una controdeduzione.

- ma allora come è stato possibile prendere il recente provvedimento con cui sono stati sbloccati 40 miliardi di pagamenti della P.A. alle aziende? Grazie appunto alle Commissioni speciali, ossia commissioni temporanee che hanno potuto operare in attesa di quelle Permanenti. Ma allora perché se sono operative le commissioni speciali non possiamo rendere operative quelle permanenti?

- se ci fosse un minimo di volontà politica di fare qualcosa si possono trovare mille accordi per decidere le presidenze delle commissioni: un po' per uno, oppure nominando presidente il parlamentare più anziano, oppure con sorteggio. Con un "gentlemen agreement" che non appena ci sia un nuovo Governo si possano rivedere sia la composizione che le presidenze delle Commissioni

- "non si può legiferare senza un Governo". Questo e quanto si sente ripetere più spesso da PD, PDL e la maggioranza dei commentatori. E chi l'ha detto? Mentre c'è una stretta dipendenza del Governo dal Parlamento, tramite la fiducia, non si può dire altrettanto. La funzione legislativa è attribuita al Parlamento e solo in via residuale ed eccezionale al Governo. Ma è l'esatto opposto di quanto è accaduto sempre più in via esponenziale negli ultimi 20 anni con il Governo che ha legiferato a suon di decreti legge e disegni di legge sui quali il Parlamento per lo più si è limitato a ratificare.

Anche per me non è ipotizzabile una situazione in cui un Parlamento legifera in assenza di un Governo che abbia la sua fiducia (come ipotizza ad esempio Grillo), ma fino a quando non sarà possibile neanche sciogliere le Camere, tanto vale fare quanto più possibile. Non è quindi la situazione ideale ma l'unica percorribile almeno in queste poche settimane.

L'impressione invece è che queste siano tutte scuse e che in realtà i due principali partiti non si vogliano prendere la responsabilità di avviare i lavori in un Parlamento dove finalmente si può ragionare più a "mente libera" invece che secondo schemi precostituiti dove il Governo sostiene a tutti i costi i suoi provvedimenti (in condizioni normali un Parlamento che boccia un provvedimento del Governo comporta la sua caduta solo se viene posta la questione di fiducia, mentre in Italia viene sempre e comunque visto come una crisi dell'esecutivo) e l'opposizione li avversa anche solo per partito preso.

Ma più che altro, ancora una volta, "carta canta". E come sempre basterebbe ricorrere al concetto di legalità per dipanare la matassa. E cosa dice la legge?

La Costituzione dice solo (art. 64) che la Camera opera secondo il regolamento che decide di adottarsi.
E cosa dicono i regolamenti di Camera e Senato?

Per prima cosa dicono che devono essere costituiti i Gruppi parlamentari. E questo è stato fatto.
Al Senato "entro 3 giorni dalla prima seduta" (art. 14 del Regolamento del Senato); alla Camera "entro 2 giorni" dalla prima seduta (art. 14 del Regolamento della Camera).

Poi per quanto riguarda la composizione delle Commissioni i regolamenti sono chiari e inequivoci.
Al Senato (art. 21) "Ciascun Gruppo, entro cinque giorni dalla propria costituzione, procede, dandone comunicazione alla Presidenza del Senato, alla designazione dei propri rappresentanti nelle singole  Commissioni permanenti".
Alla Camera (art. 19) "Ciascun Gruppo parlamentare, subito dopo la costituzione, designa i propri componenti nelle Commissioni permanenti, ripartendoli in numero uguale in ciascuna Commissione e dandone comunicazione immediata al Segretario generale della Camera".

E come si può ben vedere non si fa alcun riferimento alla costituzione o meno di un Governo. Anzi, in condizioni normali, i tempi indicati (5 giorni per il Senato e "subito dopo la costituzione dei gruppi" per la Camera) sono inferiori comunque a quelli necessari affinché un Governo ottenga la fiducia.

La Presidente della Camera Boldrini, difronte alle pressanti richieste di M5S e SEL, ha invitato "caldamente" PD e PDL a fornire le liste dei loro deputati per le Commissioni. Il Presidente del Senato Grasso, invece, difronte ad analoghe richieste, ha sposato la tesi che senza Governo non si possono ancora costituire le Commissioni.

Quindi, mentre a quest'ora potremmo già avere una nuova legge elettorale, potremmo aver varato consistenti tagli ai costi della politica, ecc. ecc. stiamo ancora fermi aspettando Godot.....
Ma almeno stavolta non potranno dare la la colpa a Grillo....

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